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DJ ANDREA DE SABATO

Ho notato che c’è una costante nella mia vita. Ogni volta che rinuncio ad una cosa, mi si apre un mondo. Ad esempio: dopo anni che lavoravo come dj in una piccola radio di provincia mi sono accorto che non potevo più continuare e dovevo trovarmi un lavoro vero, proprio allora sono approdato a Radio 105 ed ho iniziato a fare il dj come professione.

E’ poi successo lo stesso con RTL 102.5: decido di lasciare la radio e mi ci ritrovo di nuovo. Anche nell’amore è uguale, dopo una storia di undici anni con una ragazza, la storia finisce e io decido che per un po’ voglio stare da solo, non voglio storie serie ma solo divertirmi. Ed ecco che subito incontro Anna, la donna che amo, con cui vivo e che tre anni fa mi ha dato un bambino bellissimo.
Ora non voglio rinunciare più a niente, ho realizzato alcuni miei sogni e per quanto riguarda gli altri è giusto non realizzarli, è giusto che alcuni sogni rimangano nel cassetto, perché i sogni servono a vivere di fantasie. Ad esempio quando parlo alla radio la gente sente la mia voce e si immagina il mio aspetto, se poi mi vede di persona ha sempre una delusione, non perché io sia tanto peggio di come mi ha immaginato, o forse sì, comunque ha immaginato qualcosa di diverso e tanto basta. Anche a me succede. Una volta ero in tour promozionale con i Flabby, quelli di “mambo italiano”, e abbiamo cenato insieme ad Angelo Branduardi. Io ho sempre pensato a Branduardi come ad un artista molto colto e molto preparato sulla musica classica e questo, nella mia mente, gli conferiva un’aura seriosa e intellettuale. Cenando con lui ho scoperto che è sì un musicista raffinato come immaginavo, ma anche un gran simpaticone a cui piace stare in compagnia, scherzare, raccontare barzellette…una bella scoperta, ma inattesa.
Ma la fantasia è fondamentale, voglio dire, io adoro Stephen King ma se leggo un libro e mi immagino i luoghi e le persone e tutto quello che accade, poi non riesco a guardare il film che quasi sempre è tratto dal romanzo, viceversa se guardo prima il film non riesco a leggere il libro perché la mia fantasia viene influenzata da ciò che ho visto sullo schermo e non è più libera di esprimersi. A me piace lavorare di fantasia.
Fin da piccolo ho sempre avuto una grandissima passione per la musica. Ricordo un saggio di chitarra classica, avevo fatto un corso annuale e a fine anno c’era il saggio. Salendo sul palco per prendere posto ho urtato l’appoggio per il piede che si usa quando si suona la chitarra e questo piccolo gesto goffo mi ha traumatizzato: ho sbagliato a suonare durante il saggio e da allora mi è rimasta la paura del palcoscenico.
Ma quel brivido che si prova prima di andare in scena è giusto che ci sia. Ad esempio io ho sempre il brivido quando apro il microfono per parlare alla radio e sono contento di sentirlo, altrimenti significherebbe che non mi interessa più fare lo speaker. Quando finisce la canzone e apri il microfono c’è una frazione di secondo di puro silenzio, lì è il brivido, in quell’istante sei solo. Anche perché tu immagini, sempre con la tua fantasia, che qualcuno ti stia ascoltando, non puoi sapere quanta gente sta ascoltando la radio, non puoi sapere quanti stanno davvero ascoltando te, quindi li immagini e alla fine, parli con te stesso. Sei tu il tuo primo ascoltatore. Prima o poi questo finirà per farmi impazzire.
Ho iniziato a fare il dj per amore della musica, perché amo annunciare le canzoni, non perché volevo fare il dj o perché lo vedevo come un modo per rimorchiare le ragazze, neanche come trampolino di lancio per andare a lavorare in tv, cosa che poi è successa ma per vie traverse e indipendenti dalla mia volontà. Il fatto di aver scelto questo lavoro per la musica e per il mezzo radiofonico in cui ho sempre creduto molto e credo ancora oggi e non per inseguire il successo mi rende un totale antidivo, cosa che non si può dire di alcuni miei colleghi. Anche se oggi è sempre più difficile fare radio: i tempi di parlato diventano sempre più brevi e non si può sempre fare dei discorsi seri in così pochi minuti.
Proprio perché non mi sento una star e amo la musica più del mestiere, non credo che avrei problemi ad andare a fare qualsiasi altra cosa, oddio, in teoria, perché poi uno non è mai libero di fare quello che vuole. Cioè, io vorrei vivere facendo solo quello che voglio, ma non credo ci sia una sola persona al mondo che può farlo. Ci sono cose che la nostra società, non è che ci impone, però ormai ci siamo abituati e come facciamo senza? Io vorrei alzarmi un giorno e dire: “Andiamo a vivere su un’isoletta del Pacifico? Dai, perché no?” Solo che poi c’è la famiglia, c’è il lavoro, i bambini e tutta una serie di cose che ti fanno fare la cosa giusta, ovvero reprimere sotto tutta una serie di compromessi la tua anima.
Però è una costante anche questa, dovuta di sicuro ai miei genitori. Sono diventato un uomo coi piedi per terra perché mio padre era una persona concreta, umile, non siamo mai stati poveri, ma neanche ricchi, diciamo che non ci è mai mancato niente e abbiamo imparato ad accontentarci e a godere di quello che avevamo. Ed è una cosa importante, soprattutto con certi prezzi che vedo oggi.
Anche nella musica è importante avere i piedi per terra, mi spiego meglio: io amo tutti i generi musicali, ho una certa predilezione per la dance di un certo spessore, non quella commerciale e poi amo tantissimo il jazz e tutti i suoi derivati, dalla fusion al blues…però nonostante i miei gusti personali, sono cresciuto con la capacità di capire quando anche il mio cantate preferito fa una canzone orrenda. Non mi importa se adoro tutti i suoi dischi, se fa una canzone schifosa, lo si deve dire.
Poi c’è una cosa che non capisco io e che mi da fastidio: perché quando nel cinema o nel teatro si fa un remake di una vecchia opera va bene e quando un musicista fa una cover di una vecchia canzone si grida allo scandalo e si dice che non ci sono più nuove idee?
Se io ho provato delle emozioni con una vecchia canzone e ora la voglio reinterpretare magari aggiungendo qualcosa di mio o anche solo far provare le stesse emozioni a qualcuno di più giovane e che non la conosce, perché non posso?
Però probabilmente è vero che forse hanno già inventato tutto…Io non sono un musicista, cioè suono alcuni strumenti ma lo faccio senza aver studiato e quello che ottengo è un risultato grezzo. Cioè, mi piace l’effetto un po’ ingenuo e sperimentale, però a volte mi rendo conto che è un limite perché se poi collaboro con dei musicisti veri, loro riescono sempre a capire le cose che ho in mente e a farle anche meglio, mentre io ho le idee ma non riesco sempre a realizzarle, a volte proprio per mia incapacità o volontà. Sono molto pigro. Perdo molte idee solo perché non mi fermo un attimo a scriverle. Penso una cosa e ne ho già in mente altre due. Ho mille progetti aperti che non chiuderò mai, ma come ho già detto, la fantasia va tenuta in vita coi sogni. Comunque credo che l’accoppiata dj + musicista sia quella vincente perché se è vero che il dj da solo fa ben poco, ci sono anche tanti musicisti che dopo aver studiato anni sono ormai reclusi dietro le cinque sbarre del pentagramma e hanno bisogno di quel guizzo creativo, magari ingenuo, magari sbagliato, ma vitale che il dj può dargli. Il dj vive nella musica, ci sguazza tutto il giorno, ascolta tutti i generi e tutti gli artisti e si fa delle idee.
Mi piacciono le contaminazioni, amo il crossover come concetto. Non ho mai ascoltato molto rock, anche se alcuni pezzi dei Led Zeppelin sono fra i miei preferiti in assoluto, però mi piacciono gli artisti che sanno mischiare e trovare nuove strade, come i Red Hot Chili Peppers, mi piace perché sono influenzati dal Funk. E poi non esiste un genere musicale migliore di altri, non c’è musica buona o musica cattiva perché la musica buona è quella che ti fa provare un’emozione ed ognuno di noi prova sempre qualcosa di diverso ascoltando la musica. Io non credo a quelli che dicono che quando sei triste non devi ascoltare una canzone malinconica perché ti fa stare peggio, non è che stai peggio, è che ci piace crogiolarci nel nostro dispiacere: ad esempio se ti lascia la fidanzata ascolti proprio la canzone che sentivi quando l’hai conosciuta. Forse sto dicendo un sacco di stronzate….. mi sembra di essere in onda, parlo…, mi rispondo, mi giudico.. che pirla.
Ora poi vado anche in tv. Siamo stati i primi, noi a RTL 102.5 a fare la radio in tv (via satellite), all’inizio parlavamo solo con una immagine fissa, poi abbiamo iniziato a far passare gli sms del pubblico e questo non era mai capitato in una Tv; RTL 102.5 ha creato una piattaforma interattiva davvero intelligente ed è stato un incredibile boom, tanto che ancora oggi molte trasmissioni televisive fanno scorrere gli sms nel “sottopancia” dello schermo. Oggi la radio in tv la fanno anche altri, non so dire chi la fa meglio o peggio, posso solo dire che facciamo i Dj in TV , fare televisione è un’altra cosa.
Ah, dimenticavo! Very normal people…un po’ di pubblicità non guasta mai. Sono in onda su RTL 102.5 in compagnia di Sara Ventura, ogni weekend dalle 17:00 alle 19:00.
Il programma in tv si chiama “Quelli della radio” e se volete vederci siamo sul canale 813 del vostro decoder.

 

 

Dj: CONTE GALE'
Un'artista in radio

 

 

 

 

Dj: ANA LAURA RIBAS
Da valletta a dj

Dj: SARA VENTURA
Dalla televisione alla radio

Dj: CHEYENNE
Dai microfoni di RTL102.5

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Dal 1984, una carriera in salita

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Il mito si racconta

Dj: PAOLETTA
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Normal people power

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All'inizio non mi seguiva nessuno, poi...

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Libera chiacchierata in una calda giornata estiva

Dj: ANDREA DE SABATO
Ogni volta che rinuncio a qualcosa mi si apre un mondo